“Noi credenti sentiamo, nel fondo dell’anima, che chi definitivamente recherà a salvamento la società presente, non sarà un diplomatico, un dotto, un eroe, bensì un santo, anzi una società di santi”.
La famosa frase scritta dal Beato Toniolo è stata ricordata dal vescovo emerito di Vittorio Veneto, mons. Alfredo Magarotto, all’omelia della solenne concelebrazione eucaristica svoltasi domenica 6 ottobre nel Duomo di Pieve di Soligo, nel 95° della morte del grande sociologo ed economista cattolico.
Mons. Magarotto ha ricordato la fede profonda del Toniolo, la sua frequenza alla Messa quotidiana, ai sacramenti, al Rosario, la coerenza profonda della sua vita tutta ispirata al Vangelo e al servizio ai fratelli.E ha evidenziato la grande attualità del pensiero-azione del Beato pievigino – “in questo tempo di crisi economica, ma ancor prima morale, segnato dalla lontananza da Dio, come ha ricordato Papa Francesco” – e la sua capacità di essere modello di santità laicale “avendo compiuto in maniera straordinaria le cose ordinarie e feriali” della sua vita di sposo, padre, docente universitario, studioso e animatore del movimento cattolico italiano ed europeo.
La celebrazione si è conclusa con la processione di sacerdoti e fedeli alla tomba del Beato Toniolo, dove è stata recitata la preghiera per la santificazione ed è stata impartita la benedizione finale, presente anche l’imprenditore miracolato pievigino Francesco Bortolini.