L’ha regalata all’Azione cattolica diocesana in memoria di Gianni De Polo, quel cognato, già presidente dei giovani di Ac, mai conosciuto perché morto martire nella guerra di Resistenza tra le colline di Refrontolo nell’ottobre 1944.
Nikla De Polo ha pregato e scritto l’icona del beato Toniolo con un triplice contenuto: ritrattistico, agiografico, spirituale-mistico. Avvalendosi della documentazione fotografica e testimoniata del periodo in cui era in vita, l’icona riproduce i tratti somatici del beato, i lineamenti fondamentali del suo volto perché esso sia riconoscibile.
L’aspetto agiografico ci fa percepire il beato Toniolo come un uomo vissuto in tempi e luoghi conosciuti. Di esso sono noti il genere di vita, il profilo biografico, gli scritti, la sua missione di educatore, il suo essere padre di famiglia, il modo con cui si rese celebre nel condurre una vita ispirata totalmente agli insegnamenti del Vangelo, il genere di morte, il miracolo ottenuto per sua intercessione. L’icona perciò presenta la figura di un laico giunto alla santità attraverso una vita protesa nella sforzo costante di aderire a Dio in ogni situazione della vita quotidiana.
Anche gli abiti conservano la foggia del suo tempo e riflettono il costume dell’epoca in cui visse, oltre al ruolo di docente svolto per tutta la vita.
Il terzo livello è quello che può essere definito mistico e spirituale. Toniolo è proposto come personaggio vivente nella sua realtà gloriosa nel cielo, nella comunione dei santi.
Il suo aspetto è quello di un uomo purificato, trasfigurato, divenuto icona vivente di Dio.
Le tonalità del colore del volto sono un altro dei simboli di cui si avvale l’icona per evidenziare la trasfigurazione e la santità del beato Toniolo: dalla tonalità bruna molto dolce, come di terra illuminata dal sole interiore, la carnagione risplende come la luce di un corpo glorioso e risorto. Nel volto, gli occhi immensi e luminosi perché ricevono luce dall’i nterno, ci invitano ad entrare nel sacrario interiore del nostro cuore, scoprirvi la presenza di Dio e invocarlo: “nella tua luce noi vediamo la luce”.
Le arcate sopracciliari, mentre sottolineano l’espressione degli occhi, evidenziano la spaziosa fronte, sede della vera sapienza che è dono di Dio.
La bocca, di cui è visibile solo il labbro inferiore, è chiusa nel silenzio della contemplazione.
Il capo del beato Toniolo è attorniato dall’aureola della santità che porta incise le tre virtù da lui perseguite nel suo cammino di fede: umiltà, pazienza, obbedienza.
L’icona ci propone il beato Toniolo come modello di santità nella vita laicale, santità che è possibile realizzare nella concretezza e nella quotidianità della nostra piccola storia inserita in quella più vasta della società del nostro tempo.
Attraverso l’icona il beato Toniolo ci parla di quell’armonia che era il suo ideale, a partire dal principio unificante della fede… e di quella speranza che ha animato la sua vita rendendola feconda allora come oggi…
Ci insegna “come la sobrietà e l’essenzialità diventano segno della ‘vita buona’ del Vangelo che sa confrontarsi in modo critico con le sfide dei tempi”.