La Carta Toniolo

Nel giorno della memoria liturgica del beato Giuseppe Toniolo (1845-1918), verso la nona edizione del Premio Giuseppe Toniolo (7 ottobre 2024), guardando al 7 marzo 2025, ricorrenza del 180mo anniversario della nascita del grande sociologo ed economista cattolico (Treviso, 7 marzo 1845), riaffermiamo la straordinaria attualità del pensiero e dell’azione del docente trevigiano proclamato beato dalla Chiesa a Roma il 29 aprile 2012, dal 30 settembre 1940 sepolto nel Duomo di Pieve di Soligo, città di origine della moglie Maria Schiratti.

A Pieve di Soligo il beato Toniolo è sempre stato molto legato: qui si è sposato il 4 settembre 1878, ha vissuto periodi estivi nella casa di piazza Umberto I, è stato attivo nell’ambiente ecclesiale, economico e sociale di tutta l’area, ha voluto la sua ultima dimora terrena – perché così, diceva, “gli umili verranno a deporre un requiem sulla mia tomba” – ed è avvenuto il miracolo di una guarigione per sua intercessione riconosciuto da Papa Benedetto XVI nel 2011. Il comitato nazionale per la canonizzazione è presieduto dall’arcivescovo Domenico Sorrentino.

Dieci anni intensi di attività e di iniziative nel segno del Toniolo

Già per tutto il tempo della ripresa della causa nazionale e diocesana di beatificazione del servo di Dio Giuseppe Toniolo, fra l’ultimo quindicennio del secolo scorso e tutto il primo periodo del nuovo millennio, la città di Pieve di Soligo aveva ospitato importanti celebrazioni, convegni ed eventi  nell’ambito delle iniziative a carattere religioso, culturale e formativo poste in essere dalla diocesi di Vittorio Veneto per favorire la conoscenza e la devozione del Toniolo. In occasione della beatificazione e successivamente, a partire da un primo seminario della Fai Cisl del Veneto nel febbraio 2014, la comunità pievigina è stata punto di riferimento e sede per numerosi e qualificati appuntamenti promossi pure dall’Istituto Diocesano “Beato Toniolo. Le vie dei Santi”, culminati ad aprile 2024 nel nuovo convegno della Fai Cisl nazionale, giusto dieci anni dopo il primo del 2014.

Il valore del messaggio del Toniolo per il nostro tempo

Questa storia recente di un decennio di importanti attività vissute a Pieve di Soligo all’insegna della memoria del Toniolo e della verità dei suoi insegnamenti per l’attualità, soprattutto in campo economico e sociale, ci impegna a ribadire oggi con forza, convinzione e determinazione la straordinaria concretezza e lungimiranza del magistero e dell’opera del grande docente trevigiano. Nel momento in cui anche la Settimana Sociale dei cattolici in Italia, svoltasi a Trieste a luglio 2024, si è interrogata e ha cercato risposte operative al grande tema della partecipazione e della democrazia, possiamo guardare a Giuseppe  Toniolo – fondatore tra l’altro proprio delle Settimane Sociali a Pistoia nel 1907 – come icona e simbolo fecondo  di vita vissuta al servizio del bene comune, alimentata alle radici dei valori profondi  di libertà, giustizia e solidarietà verso tutti.    

Una Carta per dire Toniolo al presente e al futuro

Sul modello del testo “Il programma sociale della democrazia cristiana”, scritto da Giuseppe Toniolo e apparso per la prima volta nel 1899 su “Il popolo italiano” – che poneva  in evidenza dodici punti di programma espressi nella chiarezza dell’affermazione “Noi vogliamo” – manifestiamo qui l’impegno a riconoscere, assumere e promuovere una serie di fondamentali valori e basilari linee di azione ispirati dal beato Toniolo, per un nuovo umanesimo capace di dare risposte di senso, di vita e di speranza agli uomini e alle donne del nostro tempo e delle nostre comunità.

  1. Pienezza di vita. Vogliamo riaffermare la bellezza di una cultura per la vita, in tutte le sue fasi,          in cui ciascuno realizzi la sua vocazione in pienezza, riformando continuamente se stesso per poter riformare al meglio la società, vincendo egoismi, iniquità, idolatrie del denaro e dell’economia senza volto e violenze che condannano  le persone all’isolamento, alla chiusura, alla paura e ai conflitti. Come ha fatto il Toniolo, lavoriamo per una società aperta, vitale, giusta e solidale.
  2. Persona al centro. Vogliamo impegnarciper promuovere una cultura che ribadisca il primato della persona e della sua libertà e dignità, come valore fondamentale e irrinunciabile della nostra Costituzione e della democrazia in Italia e in Europa. Com’era nelle convinzioni profonde e nell’opera sviluppata dal Toniolo in tutta la sua vita, crediamo che la via della dottrina sociale cristiana, nata con il suo fondamentale apporto, sia modello attuale e concreto di bene comune.
  3. Sostegno alle famiglie. Vogliamo che si attivino politiche familiari efficaci, convincenti e lungimiranti, per dare pieno sostegno e giusto valore al primo e fondamentale nucleo domestico posto alla base della società. La difesa e la promozione della famiglia, come luogo privilegiato di crescita, educazione e coesione sociale, erano nelle preoccupazioni del Toniolo, e oggi serve uno sforzo straordinario per favorire l’istituto familiare e il superamento dell’inverno demografico.
  4. Centralità di scuola, cultura e formazione. Vogliamoche le dimensioni formative ed educativelegate alle giovani generazionioccupino un posto centrale nell’agenda italiana, con investimenti di progetti, risorse e persone dedicati al primato della cultura e della conoscenza per garantire lo sviluppo del nostro Paese. Per il Toniolo, ispiratore dell’Università Cattolica, i giovani studenti erano la prima garanzia del futuro: in questo tempo vanno aiutati e incoraggiati con scelte coerenti.  
  5. Primato dell’etica in economia. Vogliamo assumere come decisivo e distintivo il magistero del Toniolo sul primato dell’etica in economia, come egli ebbe a porre in evidenza con la sua prima lezione del 5 dicembre 1873 all’Università di Padova. Solo questo convincimento basilare di un’economia veramente umana può generare visioni e pratiche rispettose della persona e del bene comune, in linea con gli insegnamenti della dottrina sociale cristiana e delle encicliche papali.   
  6. Impresa e lavoro per tutti in sicurezza. Vogliamo ribadire con forza il diritto e il dovere di ogni persona a concorrere allo sviluppo della società attraverso il lavoro, in tutte le sue forme, rispettato e giustamente retribuito, vissuto con l’adozione di tutte le misure di protezione e di sicurezza, mai svalutato o sfruttato, favorito dalle nuove tecnologie, libero, creativo, partecipativo e solidale. E’ stato il messaggio qualificante dell’intera vita del Toniolo, più che mai attuale per la nostra società.
  7. Nuovo welfare aziendale e di comunità. Vogliamo confermare la necessità di uno sguardo nuovo sull’impresa come comunità di persone che mettono il proprio talento e la propria opera al servizio di un progetto di crescita e di sviluppo sostenibile. Su questa base, occorre rafforzare tutte le iniziative di welfare aziendale che puntano a migliorare il benessere dei lavoratori e delle loro famiglie, come fece il Toniolo, dentro la visione di un welfare di comunità efficiente per tutti.     
  8. Cooperazione nella modernità. Vogliamo rinnovare la nostra fiducia nel vasto mondo della cooperazione, che vide le sue origini grazie alle intuizioni e all’impegno del Toniolo. Presentando un assetto originale in campo economico improntato a principi di partecipazione, democrazia, efficienza e solidarietà, in linea con il dettato dell’articolo 45 della nostra Costituzione, esso concorre a migliore il pluralismo del sistema e la sua attenzione concreta alla vita delle persone.    
  9. Democrazia sociale e sussidiarietà. Vogliamo sostenere il ruolo decisivo  dei valori e degli assetti di una democrazia socialmente avanzata, come era nella visione del Toniolo, in cui tutte le forze culturali, civili ed economiche cooperano per il bene comune, prendendo a cuore le sorti dei più deboli e dei più fragili. E tutto questo avviene nell’ottica convinta della sussidiarietà nella società e nelle istituzioni, favorendo la partecipazione dal basso e nei livelli più vicini ai cittadini.   
  10. Corpi intermedi protagonisti. Vogliamo sottolineare l’attualità del modello sostenuto dal Toniolo di una società aperta alla presenza e attività dei corpi intermedi, a partire dalla famiglia, che sono luoghi privilegiati per l’incontro, la formazione e la partecipazione. Associazioni, sindacati, rappresentanze culturali, professionali ed economiche, comunità ecclesiale e società civile   svolgono un compito insostituibile nel dare volto e sostanza alle dinamiche di una vera democrazia.  
  11. La pace bene necessario. Vogliamo fare nostra la forte aspirazione alla pace e alla cooperazione internazionale di Giuseppe Toniolo, che nel 1917 chiese a Benedetto XV la nascita di un apposito Istituto con queste finalità. Nel tempo drammatico che stiamo vivendo, in cui il mondo è segnato da aspri conflitti e da guerre sanguinose, non possiamo che rinnovare il nostro appello e la nostra convinta azione perché la pace si affermi come destino permanente per l’intera umanità.    
  12. Partecipazione al bene comune. Vogliamo rilanciare la necessità e l’urgenza di un impegno costruttivo, paziente e quotidiano per il bene comune, bene di tutti e di ciascuno, come ha fatto il Toniolo con la testimonianza di tutta la sua esistenza. Contro la sterile lamentazione, il rifugio nel privato, la sfiducia e l’astensionismo, va coltivata ancora e sempre l’idea della politica come “forma esigente di carità”, partecipata dal basso, in linea con i contenuti della Settimana Sociale di Trieste.